venerdì 21 ottobre 2011

Si muore d'amore


Si muore d'amore. Come il nigeriano che ieri a Taranto è morto tra le braccia di una squillo - pure lei nigeriana - dopo avere consumato un amplesso nel di lei appartamento. Morto d'infarto - dice il referto - a soli 25 anni. Morto in battaglia, sul campo dell'onore - dicono i vecchi ammiccanti che mi raccontano la notizia in un bar di provincia.
Sarà, ma a paragone dell'altro nigeriano morto affogato in una vasca di acqua potabile, e del quale ho scritto qualche tempo fa, questa è ben altra cosa. I più sorridono pensando all'amplesso fatale, all'orgasmo definitivo, al coito mortale, alla copula estrema. Chissà se i due nigeriani abbiano parlato della loro terra, della voglia di tornare in patria o di non tornarci mai più, poco prima dell'evento funesto. Chissà pure se erano della stessa patria questi due ragazzi, visto che - mi ripeto - in italiano non abbiamo un modo grammaticalmente corretto per distinguere un abitante del Niger da uno della Nigeria. Per noi sono tutti "nigeriani", con buona pace dei confini; ma si sa, la grammatica italiana è spesso razzista, e sessista per soprammercato.
In ogni caso, il venticinquenne africano è morto quasi tra le braccia della squillo. Lui aveva un regolare permesso di soggiorno, lei no: onde sarà rimpatriata al più presto. Chissà se in Niger o in Nigeria.

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